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Mio figlio parla un'altra lingua

2024-08-11 18:50

Davide Bertini

Comunicazione, cambiamento, genitori, figli, comunicazione, pedagogia, Freire, Paulo,

Mio figlio parla un'altra lingua

La barriera comunicativa fra genitori e figli è cosa comune. Vi è mai capitato? Paulo Freire ci offre un ottimo spunto di riflessione su come poterla abbattere.

Cosa comune è che fra genitori e figli e possa instaurarsi una barriera comunicativa così grande e spessa che, a pensarci bene, viene quasi da non crederci. Com’è possibile - si domandano i genitori - che ogniqualvolta dica qualcosa venga frainteso, sottovalutato oppure ignorato, come se non avessi detto niente? Vi e mai capitato? In certi casi - dopo lunghe ripetizioni, lotte, grida punizioni, reazioni, collere bollite, sbollite e traboccate - qualcuno, allo stremo delle forze, confessa: non ne posso più, sembra quasi che parliamo due lingue diverse!

 

“Eureka!” - Ho trovato! - avrebbe detto Archimede se, anziché occuparsi di leve che possano sollevare il mondo, si fosse ritrovato a gestire un branco di ragazzini - i quali non solleveranno il nostro pianeta ma, ricordiamocelo sempre, certamente lo cambieranno. “La fortuna aiuta gli audaci” dice il proverbio; e al giorno d’oggi un genitore alle prese coi propri figli è sicuramente audace - sono sicuro che in altri tempi gli sarebbero state dedicate importanti Epiche. Ecco perché, al limitare della speranza, quando orami la disfatta sembra imperante, giunge l’illuminazione, l’idea che potrebbe rivoluzionare per sempre il rapporto coi vostri figli: genitori e figli parlano due lingue diverse!

 

La cosa davvero comica - a ben pensarci - è che gli stessi pensieri sorgono anche nella mente dei ragazzi, affliggendoli tanto quanto i genitori. Solo che non possono comunicarvelo. Ricordate: parlate due lingue diverse. E allora certe volte lo dimostrano a modo loro: se non capisce cosa dico - pensano - capirà almeno i miei gesti.

 

Come fare? La soluzione ce la dà un grande uomo. Un pedagogista che ha saputo riconoscere il sentimento e la coscienza di masse incapaci di esprimere le proprie idee e i propri stati d'animo, rifilandosi in una posizione solitaria, isolata e pericolosa. Sto parlando di Paulo Freire e della sua opera magna, “Pedagogia degli oppressi”. Senza scendere troppo nei dettagli, il messaggio importante che ci lascia Freire è questo: per poter capire l’altro è necessario prima di tutto saper entrare nel suo mondo.

 

Senza la pretesa di essere sempre perfetti, comprensivi e impassibili, è necessario che i genitori provino a calarsi nel mondo dei loro figli, indossare le lenti con cui guardano la realtà e capire i sentimenti e le relazioni che popolano la loro esistenza. Solo dopo questa esperienza etnologica le loro parole, al di là delle definizioni da vocabolario, assumeranno un significato reale. E quando sarete in grado di capirli, loro capiranno voi. Bisogna buttarsi nella mischia e provare a cambiare se stessi per ritrovare il cambiamento negli altri, anche nei propri figli.

 

Sicuramente non è un percorso facile e rettilineo. Sarà necessario che vi fermiate a riflettere e a confrontarvi a più riprese. La consulenza pedagogica può rappresentare un momento fondamentale per fornirvi quegli spazi utili e quegli spunti adeguati per poter vivere affondo e proficuamente il safari nel mondo dei vostri figli.

https://www.example.com/foo.html 2022-06-04