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Elogio dell'errore

2024-08-14 18:32

Davide Bertini

Educazione, crescita, educazione, genitori, figli, pedagogia, errore, insegnanti, educatori, competenze,

Elogio dell'errore

Solo attraverso l'errore si evita di sbagliare. Si tratta soprattutto di coltivare l’essenza della vita umana.

La penna rossa. Fatidico strumento tracciante segni di disparità, fendente colpi di reverente disapprovazione. Distanza – irraggiungibile – fra me e la perfezione che non potrò mai raggiungere. Chi di noi, ripensando alla propria giovinezza scolastica, non sente ancora un leggero scuotimento al pensiero della penna rossa? O a una delle sue tante declinazioni: lo sguardo severo di un’interrogazione orale, la votazione di un esame universitario o la cifra scritta sul diploma (sempre e costantemente una frazione del tutto). Finanche al più classico dei classici: suo figlio ha le capacità, ma non si applica. Elementare Watson, verrebbe quasi da aggiungere.

 

Tuttavia, c’è dell’altro. Elogio della follia, andava proclamando Erasmo da Rotterdam: infatti, nella pazzia del quotidiano si racchiudono il senso della vita e la più profonda verità – soleva dire il canuto ometto – non nella perfezione, maschera inerte priva di significato. Proprio questo l’errore potrebbe assumere un significato diverso, bello potremmo azzardarci a dire. Ma forse Erasmo non capisce. Effettivamente è vissuto circa mezzo millennio fa, come può sapere che cosa vuol dire stare al mondo oggi? (fra parentesi, il porgramma dell’Unione Europea di interscambio universitario -  Erasmus  - è dedicato proprio a lui).

 

Ma pensandoci bene, è forse – soprattutto – una questione di prospettiva. La differenza è nel lato da cui guardiamo le cose. Si tratta della classica storia del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, hai presente? Allo stesso modo, l’errore può essere visto o come la distanza mancante al raggiungimento della perfezione (bicchiere mezzo vuoto) o, al contrario, come il cammino percorso fin lì (bicchiere mezzo pieno). Ebbene - udite udite - è grazie alla seconda tipoligia di interpretazione se oggigiorno abbiamo la luce elettrica. Proprio Edison, infatti, dopo ogni esperimento fallito, soleva dire: non mi scoraggio, perché ogni tentativo sbagliato scartato è un altro passo avanti. Ecco: proviamo solo per un momento a immaginare un mondo in cui Thomas Alva fosse stato risucchiato dal temibile dissennatore della penna rossa: la lampadina non sarebbe mai stata inventata.

 

Errare. Forse, adesso, viene quasi da considerare l’errore sotto un altro punto di vista. Errare. Sono tutte balle, continuerà a pensare qualcuno. Errare. Una sola parola per due significati: sbagliare e vagare. L’errore, dunque, prevede un cammino; magari non completamente indirizzato - certo - ma pur sempre di un cammino si tratta. Il proverbio ci viene incontro: chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia. O come disse Baggio: i rigori li sbaglia solo chi ha il coraggio di tirarli.

L’errore è la messa in gioco delle proprie capacità, l’unico vero momento che prevede un confronto schietto fra l'essere umano e il mondo che lo circonda, generatore di crescita. L’errore è attivo, passionale, vitale. L’errore è creativo, porta a soluzioni alternative, a novità insperate.

 

L’ultimo fronte della resistenza penserà qualcosa del tipo: certo, allora tutto è uguale al contrario di tutto; lasciamo pure che ognuno faccia quel che vuole alla rinfusa! Ovviamente non si tratta di questo. Bensì, di coltivare l’essenza della vita umana, perché bambini e ragazzi, attraverso una sana educazione all’errore, possano vivere pienamente la loro età all’insegna del benessere e della crescita spirituale, diventando - un giorno - adulti felici, intelligenti, competenti e comprensivi. Ecco la verità: attraverso l’errore si evita di sbagliare.

 

La differenza sostanziale non deriva tanto dai mezzi educativi che mettiamo in gioco, ma poprio dal significato pedagogico che decidiamo di attribuire all'errore. Se cominceremo a considerarlo un valido alleato dell'educazione, anche una penna rossa - con tutte le sue declinazioni - da martirio annunciato può trasforamrsi un valido sostegno alla crescita, strumento di esercizio delle proprie capacità, al pari di un bilancere per un atleta.

 

Le persone perfette non combattono, non mentono, non commettono errori e non esistono, soleva dire Aristotele. Elogio dell’errore, avrebbe scritto il nostro canuto amico Erasmo se fosse vissuto oggi. E avrebbe avuto ragione.

https://www.example.com/foo.html 2022-06-04